COME SI SVOLGE LA PRIMA VISITA OSTEOPATICA:
Le prime visite variano da un osteopata
all'altro; tuttavia è possibile indicarne una linea comune.
Si compongono di circa 5 tappe
essenziali:
1-ANAMNESI (domande)
2-TEST
3-TRATTAMENTO
4-CONTROLLO
5-CONSIGLI
La sessione durerà poco meno di un'ora a seconda del motivo della
consultazione, mentre dalla seconda in poi (in cui verrà effettuato il solo
trattamento in quanto l’anamnesi è già stata fatta) la durata è di mezz’ora.
1-ANAMNESI
La storia clinica è il primo
passo della consultazione. In realtà, l'osteopata ha già osservato il paziente nella
sala d'aspetto e il modo in cui si siede e cammina. Questo permette in alcuni
casi di fornire elementi che permettono al professionista di avere un'idea su:
la ragione per la consultazione;
eventuali perdite di mobilità.
Si passa quindi a delle domande
mirate; è in questo primo passo che il paziente esporrà le sue problematiche,
sempre però sotto il controllo del terapista che approfondirà i seguenti
aspetti:
insorgenza del dolore;
localizzazione del dolore; evoluzione del dolore; tipologia di dolore;
tempistica del dolore; fattori che riducono o aumentano il dolore; eventuali
sintomi associati più molte altre domande specifiche per ogni tipo di dolore
che variano a seconda della persona che si ha davanti.
Se il paziente ha portato con sé referti
medici (esami del sangue, radiografie, risonanze, tac, etc.), l'osteopata
chiederà di vedere i referti in quanto possono talvolta fornire informazioni
preziose.
Tutto ciò consentirà di iniziare
ad individuare il problema.
Quindi si passa ad una seconda
fase dell’anamnesi in cui l’osteopata cerca di mettere in relazione, sempre con
domande precise, le varie zone del corpo con quella del dolore: verranno
chiesti eventuali traumi e/o interventi chirurgici, problematiche viscerali che
possano riferire dolore nella zona sintomatologica ed eventuali utilizzi di
apparecchi e/o plantari. Questa seconda parte si distingue da quella del medico
tradizionale ed ha lo scopo di identificare tutti i sintomi aggiuntivi che non
sono direttamente collegati alla ragione del consulto.
Tutte queste informazioni ottenute
a livello dei sistemi muscolo-scheletrico, viscerale, fasciale e craniale
servono per avere un'idea delle zone da andare ad indagare nella seconda fase
dei test.
2-TEST
In secondo luogo, una volta che l’anamnesi
è completa, l'osteopata chiederà al suo paziente di restare in intimo, in modo
tale da osservarlo in maniera più esaustiva (a seconda delle circostanze non è
detto che al paziente venga chiesto di mettersi in intimo).
Anche in questo caso si osserva
se, ad esempio, il paziente ha difficoltà nel rimuovere il maglione; questo può
portare l'osteopata a controllare in modo più dettagliato la spalla e la cervicale.
Allo stesso modo, se è presente
una perdita di equilibrio quando il paziente rimuove i pantaloni, si può
pensare ad un colpo di frusta non menzionato in anamnesi.
L'osteopata poi conduce la fase
vera e propria dei test. Questi variano a seconda dei professionisti e dei
motivi del consulto.
Per capire meglio, prendiamo
l'esempio di un “colpo della strega”:
Innanzitutto, la prima cosa da
fare sono i test di esclusione che permettono all'osteopata di capire se il
trattamento sia controindicato o meno e quindi di mandare eventualmente il
paziente da un altro specialista per approfondimenti.
Quindi si procede con
·
osservazione:
-statica (l'osteopata osserva il
rachide del paziente)
-dinamica (l'osteopata chiede al
paziente di piegarsi in avanti, indietro, di inchinarsi a sinistra e poi a
destra e valuta le riduzione di mobilità ed eventuale dolore o riduzione del
sintomo a seconda a seconda del movimento)
·
test specifici nella zona (sono vari)
·
Test palpatori:
l'osteopata mette le mani sulle
aree che hanno catturato la sua attenzione sia durante l'anamnesi sia nell’osservazione
(ad esempio potrà effettuare test di mobilità della colonna lombare, la
valutazione della mobilità di organi quali reni,stomaco, intestino etc…).
3-TRATTAMENTO
A seconda delle diverse
informazioni raccolte nelle fasi precedenti, l'osteopata sa quali aree deve
andare a trattare.
La storia del paziente e l’intensità
di eventuali blocchi pregressi definiscono l'ordine in cui il praticante effettuerà
le tecniche.
Voi pazienti non esitate a
chiedere al vostro osteopata di spiegarvi
l’approccio intrapreso, qualora non lo facesse spontaneamente.
Il trattamento osteopatico viene
eseguito su un lettino in varie posizioni (pancia in su, pancia in giù, di
fianco o seduto) a seconda della necessità dell’operatore.
Nota: ci sono alcune tecniche che
vengono praticate in piedi.
4-CONTROLLO
Dopo aver fatto tutto ciò l'osteopata
controlla i risultati ottenuti dal suo trattamento.
È molto importante far notare che
le sedute di osteopatia vengono recepite dal corpo all’incirca entro 72 ore, a
volte anche una settimana. Pertanto, l'assenza di risultati immediati non è
affatto significativo.
Questo perché tutte le informazioni che sono state trasmesse
tramite la manipolazione al sistema nervoso devono essere elaborate dallo
stesso. I benefici quindi cominciano a sentirsi in media dopo 3-4 giorni.
5-CONSIGLI
Dopo il completamento della
sessione, l'operatore lascia il paziente rivestirsi e generalmente illustra
quanto detto in precedenza, vale a dire che il corpo avrà un paio di giorni per
integrare le diverse operazioni effettuate.
·
Rassicurazione
E 'molto importante rassicurare
il paziente delle possibili ripercussioni nei giorni seguenti, quali eventuali
dolori “di assestamento” nelle zone trattate, in modo tale che possano essere
previste.
Può essere presente anche una
sensazione generale di affaticamento (soprattutto dopo un lavoro sull’asse
cranio-sacrale).
In ogni caso, non c’è da
preoccuparsi. Queste reazioni fisiologiche sono nella norma (tutti non
necessariamente ne soffrono).
·
Raccomandazioni
Nell'ultima fase, l'osteopata darà
alcune raccomandazioni “personalizzate” al paziente.
Essi possono essere di varia
natura:
-suggerimenti per sollevare
oggetti piegando le gambe e tenere la schiena diritta
-raccomandazioni per lo sport
-raccomandazioni per le posture
durante il lavoro
-esercizi di streching o rinforzo
muscolare
Eventualmente raccomandare di
fare una visita, se necessario, da dentista, ortottista, podologo, psicologo,
ecc.
In generale, per non vanificare
il trattamento, al paziente viene chiesto di evitare sforzi particolari nei giorni
successivi.
Se possibile evitare di prendere antidolorifici-antinfiammatori
o di utilizzare collari, a meno che il dolore non sia insopportabile.
In generale, un secondo incontro viene
programmato la settimana successiva per vedere come il problema si è evoluto;
normalmente la media delle sedute si aggira sulle 4-5; qualora invece il dolore
sia cronico e presente da anni è possibile che ne serva qualcuna in più, così
come avviene anche nei casi acuti di sciatica.
E’ consigliabile, una volta
terminato il ciclo di sedute iniziale, effettuare delle sedute di mantenimento durante
l’anno per mantenere i risultati ottenuti, evitando ricadute.
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