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CHE COSA PUO' PROVOCARE LA SCIATICA




A che cosa è dovuta la sciatica? 
«Le cause sono diverse, le più classiche sono l’irritazione o la compressione di una radice nervosa spinale per la presenza di un’ ernia discale che protrude verso la parte interna del canale spinale o nei forami intervertebrali. L’ ernia può essere accompagnata, o favorita, da alterazioni delle vertebre, di solito legate all’artrosi - spiega Isabella Springhetti, responsabile della Divisione di recupero e rieducazione funzionale dell’Irccs Fondazione Maugeri di Pavia -. Anche scoliosi gravi e microtraumi ripetuti possono concorrere a deformare le vertebre o a renderle instabili, con conseguenti “spinte” o compressioni delle radici nervose. 
La sciatalgia può anche avere un’origine non spinale, come nella cosiddetta sindrome del piriforme , un piccolo muscolo nella regione del gluteo che ospita nelle sue fibre il passaggio del nervo sciatico, il quale, a causa di contratture prolungate del muscolo in questione può rimanerne irritato o compresso. Anche posture scorrette mantenute a lungo, come quelle di alcune categorie di lavoratori (muratori, camionisti, dentisti) possono favorire la compressione del nervo. Più rari i casi in cui la sciatica è spia di tumori o di malattie non muscoloscheletriche». 

Quali sono i sintomi? 
«Il dolore tipico parte dalla zona lombare della schiena e scende lungo il corso del nervo sciatico, passando per il gluteo e per tutta la parte posteriore e/o laterale della coscia e della gamba, verso il calcagno, il piede, a volte fino all’alluce. Di solito riguarda un solo lato del corpo e ha un’intensità variabile. 
Talvolta sono presenti formicolii, intorpidimento e difficolta a controllare il movimento di uno o più dita del piede. Nei pochi casi in cui il dolore è bilaterale, soprattutto sull’esterno delle cosce, può trattarsi di stenosi del canale lombare , restringimento del canale vertebrale, che comprime anche tratti estesi di midollo o più radici (condizione che può essere costituzionale e aggravarsi con l’età)».

Quali esami vanno fatti? 
«In genere si parte dalla visita, per procedere poi, se necessario, con indagine mirate in base alla causa sospettata. A volte non servono esami, in altri casi è utile una radiografia. Se ci si vuole focalizzare sul tessuto nervoso si ricorre alla risonanza magnetica. La Tac è utile per valutare l’osso, l’elettromiografia soprattutto quando, oltre al dolore, c’è difficoltà a compiere movimenti (come alzare un piede o muovere l’alluce)». 

Come si cura la sciatica? 
«Poiché il rischio di ricadute è alto non bisogna limitarsi a far passare il dolore acuto, per il quale si ricorre ad antinfiammatori, antidolorifici e miorilassanti. In chi non può assumere farmaci e in chi ha sofferenza intensa e protratta, che non risponde alle terapie per bocca, sono utili infiltrazioni locali nel canale vertebrale con farmaci anestetici, associate o meno a cortisonici. Può essere d’aiuto anche un ciclo di trattamenti manipolativi, al termine del quale il paziente deve continuare una regolare attività fisica. Da riservare a casi selezionati, 
è l’intervento chirurgico, per esempio, in caso di ernie discali espulse od ostruenti che comprimono completamente una radice nervosa o addirittura il sacco midollare». 

Meglio non sottovalutare la sciatica, anche una volta passato il dolore, perché il rischio che il problema si ripresenti è alto.


Articolo tratto da www.corriere.it/salute


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